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mercoledì 30 novembre 2011

Esclusione dai campionati e tesserati a spasso. Affrontiamo il problema con Damiano Faggiano

Pianeta Basket

Esclusione dai campionati e tesserati a spasso. Affrontiamo il problema con Damiano Faggiano

L'atleta pugliese è parte in causa, e lesa dell'esclusione della Libertas Taranto dal campionato di Divisione Nazionale C
30.11.2011 00:01 di Erika Gallizzi

La settimana scorsa il “patatrac”, con due squadre escluse dai campionato di Lega Nazionale Pallacanestro per non aver versato i contributi Nas: Monfalcone, per quando riguarda la Divisione Nazionale B e Libertas Taranto per la Divisione Nazionale C. Due squadre che costituiscono solo lo specchio della deriva cui è sottoposto e destinato il basket italiano, tra sparizioni e debiti. Una deriva che nessuno sembra voler bloccare con interventi risanatori ed a lungo raggio.
Ne abbiamo parlato con un giocatore della Libertas Taranto, vittima di tutto, Damiano Faggiano. 36 anni, la maggior parte dei quali passati con una palla a spicchi tra le mani e su tutti i parquet d’Italia, dalla serie A alla serie C, personaggio sensibilissimo ai problemi del movimento. Qualche mese fa avevamo pubblicato una lettera da lui inviata, in cui poneva tanti giusti quesiti ai vertici della Federazione, proprio per tentare di trovare una soluzione equa e fermare l’emorragia.  
- Monfalcone ha presentato subito ricorso avverso la decisione del giudice sportivo, Taranto è muta ed immobile, ammettendo così le proprie mancanze. Vi avevano avvertito della situazione? Se sì, quando e dicendovi cosa?
“Sapevamo di non trovarci in una situazione facile e serena. C’era stato lo slittamento del primo stipendio di 40giorni ed una riunione che confermava i nostri dubbi. La squadra, però, ha rispettato ugualmente i propri impegni. Al momento dell’esclusione dal campionato eravamo secondi in classifica”.
- La DNC aveva già perso un “pezzo” per strada, Termoli, praticamente a campionato appena iniziato. Lei che è nel basket da una vita, riesce a spiegarci quali sono le ragioni, ammesso che ci siano, che portano una società ad iscriversi ad un campionato, quando è (evidentemente) lampante che non potrà far fronte agli oneri che esso comporta nemmeno nei primi mesi?
“E’ vero, Termoli è stata la nostra prima avversaria e si è presentata alla gara con la rappresentativa Under17 per poi, dopo dieci giorni, essere cancellata dal campionato. Le ragioni sono molteplici, continuo a pensare nella buona fede di chi opera in queste società. Si inizia un campionato dilettantistico, ma che ha tanti oneri e costi da sostenere, si spera negli sponsor, in entrate derivanti da abbonamenti o incassi, anche se è imprudente farlo. Queste “voci”, in realtà, a Taranto erano inesistenti, dal momento che l’ingresso alle partite era gratuito. Non so cosa, a volte penso che queste stesse persone dimentichino che tante famiglie ancora vivono da questo sport/lavoro. Il fatto che queste famiglie vengano lasciate per strada a novembre così a cuor leggero è l’unica cosa che rimprovero a queste società”.
- Qual è ora la vostra situazione, di atleti e staff tecnico Libertas?
“Siamo a spasso, e conoscendo le dinamiche ormai di questo sport, temiamo che per quest'anno sportivo non ci resti che seguire il basket da una gradinata o da un divano. Ed è ingiusto, perchè si è smantellato un gruppo importante, fatto di gente giovane che stava dimostrando di saperci fare e di senior che, malgrado l’eta anagrafica non più da adolescente, stava dando segnali forti a tante formazioni, lo ribadisco, con un secondo posto in classifica. Dispiace anche per il nostro grande coach, Domenico Terruli e il suo staff che, malgrado l’ambiente teso non ha esitato a schierarsi dalla parte della squadra. A tutti loro, compagni compresi naturalmente, auguro di cuore di trovare presto una sistemazione, perchè gente così fa bene a tutto il movimento cestistico”.
- Campobasso, altra società (di DNB) in grosse difficoltà, è riuscita a regolarizzare la propria posizione proprio quando sembrava dovesse dare l’addio al campionato come voi. Queste sono state le loro parole, in chiusura di un comunicato stampa emesso a conclusione della vicenda: “La società rivolge alla Federazione Italiana Pallacanestro e a suoi massimi rappresentanti un sentito invito perché si proceda ad un cambio radicale del sistema attuale per l'incentivazione delle attività di base (è questo l'obiettivo dei Premi Nuovi Atleti Svincolati?) basato su un prelievo forzoso che rischia di fare implodere tutto il movimento cestistico nazionale sulle cui ceneri, solo perché troppo tardi, non crescerebbe un bel nulla!”. Come le commenta?
E’ una "battaglia"che ho intrapreso da quest’estate scrivendo una lettera col mio pensiero, che è appena stata pubblicata dal GibaPress, su questo momento un po’ strano che attraversa la nostra pallacanestro. Mi sarei aspettato un coinvolgimento totale di tutte le società dalla A alla C regionale per intraprendere un unico percorso. Fino a quando a scomparire saranno tre o quattro società ogni tanto, nessuno farà nulla, o meglio queste esclusioni non avranno ripercussioni importanti. Ma, mi chiedo, se il 25 novembre la realtà fosse stata di settanta società radiate e non la Taranto di turno, qualcosa sarebbe cambiato, pensando ad oltre cento atleti in mezzo ad una strada? Vorrei porre una domanda, e spero di ricevere una mezza risposta, a quel grande giocatore che è stato Dino Meneghin, lui che ha conosciuto pochi rivali in quell’area dei tre secondi, lui che con quei blocchi e ganci cielo ha vinto e dominato generazioni di giocatori, meritandosi la Hall of Fame. Chiedo al Meneghin giocatore, e non al Meneghin presidente federale, cosa farebbe e cosa direbbe vivendo ciò che io e tanti altri giocatori stiamo vivendo da anni, con contratti non rispettati, radiazioni, disoccupazione ecc.? Spero non si dica semplicemente che la crisi ha colpito tutto e tutti. Questo lo sappiamo, infatti i nostri contratti non sono certo paragonabili a quelli di sei anni fa. Chi ama questo sport sa che come tutte le cose della vita c'è un inizio e anche una fine. La cosa che fa più male è quando quella fine non sei tu a sceglierla, non è il tuo fisico ad importela e dettarla, bensì altri ed in questi modi. Buona continuazione di campionato a tutti”.

E chi ha orecchie per intendere, intenda…

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